Avete presente quella sensazione di quando eravate bambini e vi davano la possibilità di comprare una cosa soltanto? Ecco, a me capitava spesso di fronte alla pasticceria di ritorno dal mare con mia nonna. Non sapevo mai cosa scegliere perché avevo il terrore che, quasi sicuramente, avrei preso la cosa sbagliata.
Questa sensazione l’ho riprovata, decisamente più amplificata, quando mi sono trovata a scegliere l’università. E se avessi scelto una facoltà che poi non mi fosse piaciuta così tanto? E se avessi capito, strada facendo, che non era il percorso che mi ero immaginata?
Oggi mi capita di parlare spesso con persone che provano le stesse sensazioni quando pensano a cambiare lavoro e magari non riescono a scegliere perché hanno troppi interessi.
Questo succede perché siamo sommersi da considerevoli quantità di dati, notizie, input. È sempre più facile appassionarci perché tutte le informazioni sono diventate molto più accessibili e questo ci permette di avere un ventaglio di interessi davvero variegato. In più molto probabilmente siamo già di nostro persone naturalmente curiose e quindi appassionati per natura. Questa vastità, però, ci può causare veri e propri blocchi quando stiamo pensando di metterci in proprio o sentiamo il disperato bisogno di creare qualcosa di nostro.
E proprio per questo immagino che sarà capitato anche a voi di chiedervi: “Cosa devo fare nella vita?”.
Se state pensando che avete troppi interessi, troppe passioni, troppe cose che vi infiammano di curiosità, e soprattutto non sapete quale scegliere, probabilmente siete multipotenziali.
È tipico del multipotenziale essere immerso in questo vortice di fuochi creativi che lo portano a fare nell’arco della sua vita cose molto diverse e poco collegate tra loro. Come occuparsi di energie rinnovabili, lasciare tutto per una passione totalizzante per il vino per poi lanciarsi a bomba in social strategy.
Altro tratto comune è quello di essere inclini alla noia: spesso una volta avviato il progetto perdete interesse e lo stimolo iniziale si affievolisce.
Non preoccupatevi, capita a tutti noi multipotenziali. Nelle prossime righe vi darò qualche consiglio per aiutarvi a navigare il vasto mare dei vostri interessi.
Cambiate mindset: quello che prima era fisso, ora è movimento!
I figli di “Baby Boomers” o di appartenenti alla “Generazione X” sono cresciuti con l’idea che una cosa andasse fatta fino in fondo, senza storie.
Non ho mai capito perché i miei genitori si lamentavano quando da ragazzina cambiavo spesso sport. Per me la dinamica era facile facile: ne provavo uno, lo conoscevo e poi cambiavo. Chiaro, no? Per loro evidentemente no. Probabilmente avrei dovuto fare pallavolo per tutta la vita. E qui mi sorge una domanda: avrei dovuto dedicarmi a una cosa soltanto o scoprire più cose magari non diventando la numero uno in nessuna di queste?
Oggi la stessa domanda la giro a voi: qual è il vostro fine? Diventare i migliori sul mercato o, restando magari più fedeli a voi stessi, avere un andamento fluido?
Non c’è una risposta giusta o sbagliata e non è sbagliato essere uno o l’altro. In più è scientificamente dimostrato che i team migliori sono quelli dove c’è collaborazione tra multipotenziali — gli innovatori che hanno esperienza in diversi campi — e specialisti — che si concentrano su una sola materia e la approfondiscono al massimo.
Tre step per capire cosa volete.
Iniziamo ad addentrarci verso il concreto: come si fa e cosa si dovrebbe scegliere? Non sarei coerente con la mia natura multipotenziale se dicessi che bisogna focalizzarsi su una cosa soltanto. Mi spiego meglio: in un mercato dove lo specialista vince a mani basse, bisogna anche essere onesti con se stessi e chiedersi: “riuscirei a fare UNA cosa per tutta la vita?”. Credo che molti di voi stiano rabbrividendo al solo pensiero.
Per creare qualcosa che veramente ci dia margine temporale di manovra, che ci entusiasmi e che ci renda economicamente indipendenti, occorre lavorare dapprima su un nucleo spesso sottovalutato: noi stessi.
Al di là che vi identifichiate come multipotenziali o meno, quando si lavora come freelance o si sta avviando una propria impresa, l’85% delle volte l’idea nasce da progetti/oggetti/spunti che ci piacciono ed entusiasmano o da veri e propri bisogni, per noi importanti, che ci rendiamo conto non essere ancora soddisfatti. Quindi come possiamo pensare di creare una cosa solo perché il mercato la richiede? Ma allo stesso tempo, come possiamo creare qualcosa sulla base di emozioni e stimoli (che fra l’altro possono esaurirsi o mutare nel tempo)?
Cominciamo rispondendo a tre domande.
1. Quali sono i vostri valori?
La prima cosa che invito a fare è quella di pensare cosa per voi è importante. Non è una domanda marzulliana, lo giuro. Spesso ci si mette in proprio o si crea un progetto riproponendo atteggiamenti o strutture che abbiamo assorbito o sviluppato nella nostra vita lavorativa precedente. Occorre liberarsi di questo fardello e immaginarsi tutto da capo. Quali sono i capisaldi su cui volete fondare la vostra persona?
Avere ben chiari quali siano valori che vi appartengono, vi permetterà di crescere come persone e anche come lavoratori, avere maggiore rispetto per voi stessi e anche per gli altri. Ma non solo, il vostro progetto o attività freelance, sarà totalmente personale e la qualità di vita ne risentirà in positivo.
2. Quali sono i vostri punti di forza?
Come dicevamo, spesso siamo mossi da emozioni. Le emozioni, come la passione e il desiderio, sono “vulnerabili”, ossia sono soggette a mutamenti sia interni che esterni. Per esempio: la passione può essere minata dall’interno con concetti tipici della sindrome dell’impostore, ma anche dall’esterno, per colpa di una routine che soffoca noi e la nostra quotidianità.
Quindi trovare i propri punti di forza è estremamente importante. Ma come fare?
Partite da quello che siete bravi a fare, ognuno di noi ha qualcosa che lo caratterizza. Se oggi non lo vedete ancora, fate una lista di ciò che vi piace per davvero e metteteci dentro qualsiasi cosa. Vi piace guardare le partite? Ottimo, estrapolatene il senso: siete dei sostenitori a cui piace stare in gruppo, persone che hanno costanza e che probabilmente amano affrontare nuove sfide.
A queste caratteristiche aggiungete quello che gli altri vi riconoscono come tratto peculiare. Chiedete ad amici e colleghi: è un ottimo metodo per capire cosa le persone percepiscono di voi.
Infine immaginate cose potete dare al mondo. Come è la vostra versione migliore? Sembra una visione utopica, ma fidatevi, puntare in alto è la base per essere liberi.
Non sempre le nostre qualità o competenze vengono riconosciute come tratti positivi. Magari qualcosa che ci hanno sempre detto che è sbagliato in noi si può rivelare in realtà un nostro pregio caratterizzante. Nel mio caso, la mia curiosità è stata spesso vista come qualcosa che mi deviava dal risultato. Oggi posso dire che la mia curiosità è una delle cose più speciali e “mie” che io abbia coltivato negli ultimi anni.
Insomma, tutto ciò che coincide con quelli che sono i punti di forza della nostra persona (sia hard che soft skills) avrà decisamente più possibilità di successo e di mantenere una certa continuità nel tempo. Questo però non vuol dire che il il progetto a cui lavorerete sarà sempre uguale, probabilmente evolverà e, dal momento che questa idea assomiglierà molto a voi stessi, evolverete insieme.
3. Qual è il vostro why?
Mi rifaccio al video di Simon Sinek “Come i grandi leader ispirano azione”, che vi consiglio assolutamente di guardare .
Sinek paragona colossi dell’informatica che, sulla carta, hanno tutti lo stesso prodotto. Ma perché in realtà un brand è così diverso da un altro? La differenza sta nel perché il singolo brand (o persona) fa ciò che fa.
Chiedetevi anche voi qual è il vostro “perché” profondo? Cosa vi muove in questa vita? La risposta è cruciale e insieme alle altre due costituisce la base di partenza per elaborare la vostra idea di business.
Scoprite il vostro filo conduttore.
Spesso accade che dall’interno le persone non si rendano conto che durante tutta la loro vita ci sono stati dei “pattern” ricorrenti, ma si sa, guardarsi dentro ed essere obiettivi è pressoché impossibile. Sul gruppo Facebook Multipotenziale Italia, che al momento è la più grande community italiana per multipotenziali , un giorno una ragazza si è presentata dicendo: “Mi occupo di radio, ho tenuto come moderatrice degli eventi, ho fatto parte di un gruppo musicale, tengo workshop di crafting e a volte insegno. Ho fatto talmente tante cose nella mia vita che ora non sono più sicura di cosa mi piaccia”.
Questo è uno dei miei esempi preferiti, perché è chiaro che il raggio d’azione può essere davvero ampio. Si potrebbe analizzare per ambiti: radio, eventi, amante della musica, amante del “do-it-yourself”, insegnante. Il risultato: un buco nell’acqua, troppi ambiti e non coerenti con loro.
Ma se cercassimo un altro punto di vista? Qual è l'elemento che ritroviamo in ogni esperienza? Nel caso della ragazza di cui sopra era la voce: lavorava in radio, faceva la moderatrice, era parte di un gruppo musicale, insegnava sia in scuole che in workshop creativi.
Provate anche voi a trovare l’elemento comune a tutti i vostri interessi.
Come scegliere l’idea giusta.
I punti precedenti sono fondamentali per poter scegliere un’idea sulla quale investire che abbia senso e che ci consenta di vivere davvero una vita - personale e lavorativa - che ci rispecchi a pieno.
Lavorare sui vostri valori, punti di forza e sul vostro why vi permette di costruire e riassestare il vostro personal brand e di creare un progetto di business in linea con i vostri principi.
Per validare e lanciare la vostra attività, ci sono però almeno altre tre cose da fare:
- Lavorare a un’analisi marketing, che, fidatevi, sarà la vostra migliore amica. Bisogna capire chi c’è già come competitor, chi sono i concorrenti indiretti, e come si muovono. Questo — insieme al lavoro sui valori, sui punti di forza e sul perché — ci permette di creare un posizionamento totalmente nostro, e ci aiuta a fare chiarezza su diversi punti, come per esempio: qual è la nostra promessa? Chi è il nostro target?
- Creare un business plan completo, o quantomeno un'analisi SWOT. Questo vi permette di non avere sorprese e di pianificare non solo il primo periodo di attività, ma volendo fino a 5 anni in modo dettagliato.
- Testare. No, in questo caso rivolgerci ai nostri amici non è una buona idea. Ma come si fa allora a trovare dei tester? Per prima cosa dovete definire il vostro cliente tipo, dopodiché dovete cercare online e offline delle persone che si avvicinino molto al profilo che avete creato. Visitate gruppi Facebook e LinkedIn, leggete i commenti ai post di Instagram con hashtag relativi alla vostra nicchia, guardatevi intorno nella vostra città, se c'è qualche evento relativo al vostro settore non perdete l'occasione di farci un giro. Fate una lista di 10 o 15 persone e contattatele per vedere se sono disponibili a fare una chiacchierata con voi o a rispondere a un sondaggio. Per invogliarle, create un piccolo omaggio dedicato a loro. Può essere una mini guida in PDF, una breve consulenza oppure un buono regalo. Niente di troppo complicato, insomma. Questo partendo dal presupposto che non abbiate già dei clienti o dei fondi per fare dei focus group.
Se avete molte idee e vi trovate a osservarle come io guardavo i pasticcini della vetrina, l’unico modo per capire se davvero possano portarvi a qualcosa è fare. Non fermatevi alla sola teoria, non fatevi attanagliare dalla paura pietrificante o dal giudicatore interno che è in tutti noi.
Vorrei stimolarvi a fare, a creare. Quello che sembra facile o scontato nella nostra testa, non è detto che lo sia altrettanto nella realtà. Quindi, scrivete le vostre idee, appuntatele, sviluppatele, lasciatele decantare e affinatele. Possiamo sempre scegliere, possiamo crearci la vita che vogliamo e che ci soddisfi in ogni suo aspetto.
Ma l’importante è muovere il flusso, e l’unico modo per farlo è spingere.
Note sull’Autore - Carlotta Zaina, eclettica in divenire e consapevolmente multipotenziale. Ama i viaggi, l’art direction e la psicologia, tollera poco le regole di gioco perciò cerca di ribaltarle e di crearne di nuove e proprie, ogni volta.
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